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al testo di Antonella Taravella
La casa e le ossa
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Cosa resta della voce, o morte, mimare l’aria segreta fra le costole.
la casa e le ossa, ricordami di dirti nella preghiera viva – piegata come la carta insistere nell’evoluto – al volere di un pensiero
nella prima volta ti restarono il sole la carne da pestare all’angolo nutrimento nel sapore e nel letto sfilato - silenzio distrutto
poi piccino mio principe – imbacuccato alla notte fin sotto il mento un grugnito di voci e storie quanto il rapimento delle sirene
la corsa tirata per i capelli nella terra percorsa dagli aghi e poi bruciante come un singhiozzo l’amore - chiodo calzato nel ceppo amareggiato del sale delle mie labbra
restami nell’ansa di cielo che faccio con le mani
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